Se nella vostra città ci sono due o più squadre sapete benissimo che cos’ è un derby. Solo una partita di calcio? Assolutamente no! Il derby è un duello, proprio come quelli dei tornei medievali tra cavalieri, dove due opposte fazioni si contendono la predominanza, l’ onore e l’ insindacabile diritto di poter dire :”anche questa volta io sono meglio di te!”. Due o più volte all’ anno, la vita sportiva della comunità di appassionati freme e aspetta con trepidazione che la magia del derby infiammi gli stadi e gli spalti con un misto di tensione, paura, gioia e attesa, perché comunque vada a finire il derby è sempre uno spettacolo.
Ora, prendete queste sensazioni, e moltiplicatele per cento, e forse avrete una vaga idea che cos’è Boca Juniors contro River Plate, “El Superclasico”. Se ne inizia a parlare già almeno due settimane prima, sia tra i tifosi sia tra i mass media, con l’ aria che nel frattempo diventa elettrica ed i biglietti che vanno più a ruba del pane e si esauriscono in pochi giorni, se non ore, perché nessuno a Buenos Aires vuole perdersi quello che ogni volta è uno show degno di Hollywood, qualunque sia la competizione in cui i due club si affrontano. Da una parte abbiamo i Gialloblu del Boca, i più vincenti di tutta l’ Argentina e di tutto il Sud America che non sono mai scesi in serie B, dall’ altra i Biancorossi del River, i ricconi che con le cessioni di Sivori e Di Stefano si sono costruiti lo stadio in un quartiere chic e hanno finanziato le loro vittorie dagli anni sessanta ad oggi. I giocatori sanno bene cosa vuol dire essere nell’ uno o nell’ altro schieramento, sentono la carica dei tifosi e l’ appartenenza, respirano a pieni polmoni l’ atmosfera che si crea intorno a quest’ evento dal primo all’ ultimo secondo, fino a che il sipario si alza e viene dato il calcio d’ inizio, con la battaglia che può cominciare.
Spesso l’ ispirazione dettata dalle condizioni così particolari e il cristallino talento di alcuni degli interpreti partorisce giocate e gol di cui quasi si fatica a comprendere la dinamica per quanto sono belli, ma ancora più spesso la “garra” latinoamericana, cioè la grinta, prende il sopravvento su tutto e tutti e il rettangolo verde su cui si sta lottando diventa teatro di interventi e contrasti da codice penale che, oltre a lasciare il segno sui malcapitati che li subiscono, provocano una pioggia di cartellini gialli e rossi equamente ridistribuiti per parte, con match che a volte finiscono in nove contro nove. A tutto questo assiste sugli spalti un’ entità unica e viva che è straordinariamente capace di provare emozioni forti e diametralmente opposte al tempo stesso, palpitando per ogni dribbling riuscito e spaventandosi subito dopo per il tiro, infiammandosi per un’ ammonizione data o un’ espulsione mancata, e cosa più importante, esplodendo di gioia e disperandosi al tempo stesso per il gol. I tifosi che formano questa simbiosi così particolare e strana sono forse l’ elemento che più di tutti rende il Superclasico molto più che una semplice partita, come una cornice appositamente intagliata nel legno più pregiato per esaltare al massimo il capolavoro che va a contenere. È sicuro al cento per cento che ogni volta lo stadio sarà illuminato da giochi pirotecnici e petardi dell’ una o dell’ altra parte, ma sono le coreografie e gli sfottò che aggiungono più di ogni altra cosa il pepe all’ eterna rivalità tra le due squadre.
I tifosi del del Boca non smettono mai di manifestare la loro goliardia e il loro disprezzo nei confronti degli odiati avversari, ricordando loro la recente retrocessione del 2011 travestendosi da spettri con un enorme B dipinta sopra, i fantasmi della serie B, oppure le loro presunte situazioni matrimoniali, come quando fecero recapitare nella curva dei rivali 30000 cornetti di pasticceria con uno striscione che recitava “siete dei cornuti.”. I Biancorossi di contro si sono fatti molto più espliciti negli anni, cominciando a mandare un maiale in carne ed ossa dipinto di giallo e blu nel settore degli ultras avversari e finendo di recente per far paracadutare da un aereo da turismo delle bambole gonfiabili con indosso la maglia dei loro “nemici” nella medesima zona dello stadio. Il derby non è assolutamente una partita come tutte le altre, e tra tutti i derby, “El Superclasico” non è assolutamente un derby come tutti gli altri.
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