Si è chiuso il 2014, anno che verrà probabilmente ricordato come uno dei più nefasti tra quelli passati dalla Malaysia che, pensandola in termini di country-of-origin effect, si è vista affibbiare un’immagine non certo positiva in campo internazionale. Sono stati infatti tre i voli di compagnie aeree malaysiane a finire dispersi in seguito a sciagure nell’ultimo anno solare, uno abbattuto dalla guerriglia nel Donbass, due precipitati in mare tra Oceano Indiano e Indonesia. Per recuperare l’immagine di questo paese che fare se non parlare della sua splendida bandiera?
Innanzitutto una precisazione: leggere Malaysia o malaysiano può sembrare un inutile esercizio linguistico, ma è effettivamente necessario. Questo perché la Malesia non è la Malaysia (a volte italianizzato anche in Malaisia), così come con Inghilterra non si indica la Gran Bretagna e con America non si intendono solo gli Stati Uniti d’America.
Geograficamente parlando il termine Malesia ha diverse accezioni geografiche e può essere, in base al contesto, l’intera penisola di Malacca, la parte meridionale della stessa o un arcipelago corrispondente alla cosiddetta “Insulindia” (si veda “I Pirati della Malesia” di Salgàri). Malese sono, quindi, sia l’etnia autoctona, sparsa tra Malacca, Borneo e Sumatra, sia l’idioma da essa parlato.
Malaysia è invece la nazione federale nata nel 1963 dall’unione della già costituita Federazione Malese, indipendente dal 1957, e degli ex domini britannici del Sarawak, del Borneo settentrionale e di Singapore (quest’ultimo diverrà una città stato indipendente due anni dopo). Il nuovo stato comprendeva (e comprende tutt’oggi), oltre al gruppo predominante di malesi, anche altri gruppi etnici minoritari, cinesi e indiani su tutti. Per l’occasione il termine inglese malay (malese) venne sostituito con il nuovo malaysian (malaysiano), che assunse un’accezione politicamente corretta e non discriminante dal punto di vista etnico.
La bandiera della Malaysia odierna pare la copia spudorata della bandiera statunitense (e non americana, se avete imparato qualcosa) e forse in parte lo è. Fu adottata nel 1963 alla nascita della nazione, modificando leggermente la bandiera già esistente della Federazione Malese. Le strisce orizzontali alternate rosse e bianche, tutte di uguale larghezza, sono quattordici e rappresentano l’uguaglianza tra i 13 soggetti federali e il governo centrale, mentre il rettangolo blu in alto a sinistra rappresenta l’unità delle genti malaysiane (e non semplicemente malesi, abituatevi). Al suo interno una stella a quattordici punte sta a sottolineare l’unità degli stati malaysiani e del governo centrale, mentre la mezzaluna crescente non può che simboleggiare l’islam, che è religione di Stato. Novità rispetto agli abbinamenti cromatici stars-and-stripes è il colore giallo dei simboli, ispirato a quello della famiglia reale.
Il design della bandiera trae origine da un concorso indetto in concomitanza con la creazione della Federazione Malese come protettorato britannico nel 1949: la proposta risultata vincitrice fu quella del giovane architetto Mohamed Hamzah, corrispondente alla bandiera odierna salvo il diverso numero delle strisce (undici) e delle punte della stella (cinque secondo il progetto originale, diventate fin da subito undici per evitare qualsiasi analogia con l’Unione Sovietica). L’idea di Hamzah sembra sì fortemente ispirata alla bandiera degli Stati Uniti, innegabile simbolo di libertà nel mondo dell’epoca, ma risente soprattutto di influssi ben più vicini a quelli oltreoceano: il blu è un diretto riferimento al colore del Commonwealth, di cui la Malaysia fa ancora parte, mentre le strisce rosse e bianche affondano le loro radici nella bandiera della Compagnia britannica delle Indie Orientali, che proprio sulle coste della Malesia (sì, questa volta proprio nella sua accezione più vasta di zona geografica) aveva le sue basi.
Fortunatamente bastano poche righe e qualche disquisizione linguistica e vessillologica per scordare il nefasto 2014 e brindare ad un 2015 più fortunato per tutti i malaysiani – e per i passeggeri delle loro compagnie aeree.
Recent Comments