Si tiene tre volte all’anno: alla fine di gennaio, maggio e settembre. Questa settimana in tutto il mondo gruppi animalisti manifesteranno perché siano banditi per sempre gli allevamenti, la caccia e la pesca. Il sito www.meat-abolition.org raccoglie tutte queste iniziative, in particolare quelle che si svolgeranno in Italia saranno segnalate qui.
Sabato a Roma si terrà un presidio alle porte del mattatoio di Via Togliatti: un’iniziativa coraggiosa che ha ormai una tradizione nell’attivismo locale e che non può non far pensare ai recenti fatti di Toronto, dove gli attivisti hanno cercato di impedire ai camion carichi di animali l’ingresso nel macello. Come scrive Eloise, che ha organizzato la mobilitazione, lei e gli altri attivisti saranno lì “per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla strage quotidiana che avviene negli allevamenti e nei macelli per l’alimentazione umana, nella convinzione che chiedere semplicemente alle persone di modificare le proprie abitudini di consumo (diventando vegan) non basti: così come viene chiesta l’abolizione delle pellicce o della vivisezione, è necessario chiedere l’abolizione degli allevamenti a scopo alimentare, a maggior ragione, se consideriamo il fatto che il 99% degli animali vengono uccisi per l’alimentazione umana e che questa lotta può essere trainante nei confronti di tutte le altre lotte per gli animali.”
Il movimento su scala globale che nel corso degli anni si sta strutturando attorno alle SMAC (le settimane mondiali per l’abolizione della carne) si pone un obiettivo estremamente ambizioso, il cui raggiungimento viene di solito posposto, nelle aspettative degli animalisti, a mete apparentemente più vicine, come l’abolizione delle pellicce o dell’uso degli animali nei circhi e negli zoo. Questo rovesciamento della strategia per l’animalismo internazionale ha l’effetto di rammentare a se stesso e a chi lo percepisce da fuori lo scopo ultimo nella campagna di liberazione animale: far cessare ogni sfruttamento nei confronti dei non umani, non solo le forme più efferate e meno socialmente rilevanti. La libertà di ciascuno di mangiare ciò che preferisce si esaurisce quando entra in conflitto con la libertà e la sopravvivenza di altri esseri senzienti. Se è veramente compito della legge reprimere gli abusi sulle categorie più svantaggiate, come nel caso delle donne o dei minori, allo stesso modo non si può sconfiggere la violenza sugli animali sensibilizzando uno ad uno i singoli consumatori, prescindendo da un’azione politica simultanea. Come gli antischiavisti non si limitavano a boicottare i prodotti derivati dal lavoro schiavile, ma chiedevano che quell’istituzione cessasse di esistere tout court, così gli antispecisti non possono limitarsi ad influenzare le scelte individuali, ma devono esigere sin da subito una presa di coscienza e una risposta concreta da parte della collettività istituzionalizzata.
Il volantino preparato proprio in vista delle SMAC dall’associazione Oltre la Specie sintetizza con efficacia e chiarezza le ragioni per cui è stata avanzata questa richiesta così eclatante. La stessa Oltre la Specie allestisce a Milano, sempre questo sabato, un presidio scenografico in piazza San Carlo.
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