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22 November 2024

Gli altri desaparecidos: le vittime argentine del terrorismo guerrigliero

Gli altri desaparecidos: le vittime argentine del terrorismo guerrigliero

 Volevamo prendere il potere. Non eravamo dei boy scout (Walter Fernandez, ex montonero).

La memoria collettiva degli italiani per ciò che concerne l’Argentina degli ormai lontani anni ’70 ruota sostanzialmente attorno al golpe del generale Jorge Rafael Videla (1925-2013) del 26 marzo 1976, alle migliaia di desaparecidos, alla sistematica violazione dei diritti umani e alla sospensione della libertà politica. Sarà tuttavia estremamente raro che essa sia a conoscenza delle numerose vittime mietute dalle organizzazioni guerrigliere argentine nella decade del ’70, le quali si può dire che siano state assassinate prima nel corpo e poi nella memoria storica di buona parte del mondo occidentale. Ad ogni modo, la realtà tristemente poco nota è che i movimenti terroristico – guerriglieri dell’estrema sinistra argentina hanno assassinato ben 1094 persone (tra cui anche dei giovanissimi), la cui memoria ha subito una vera e propria menomazione dovuta anche al fatto che con la fine del regime dell’Ammiraglio Leopoldo Galtieri (1926-2003), avvenuta nel 1983 in seguito al fallimentare tentativo di conquista delle Isole Falkland/Malvinas, ci si è concentrati soprattutto sui crimini commessi durante il Processo di Riorganizzazione Nazionale, trattando però assai poco di quelli commessi dalle organizzazioni guerrigliere.

Tra i principali responsabili di questi omicidi a sfondo politico figurano l’Ejercito Revolucionario del Pueblo (ERP), di orientamento trotzkista, e i Montoneros, peronisti di sinistra. A tutto ciò si devono aggiungere anche le attività dell’organizzazione paramilitare di estrema destra fondata dal ministro del welfare Josè Lopez Rega (1916-1989) (peronista di destra) e chiamata Alianza Anticomunista Argentina (la cosiddetta Triple A), che si macchiò dell’assassinio di centinaia di persone tra il 1973 e il 1975 e che contribuì a creare un clima di tensione.

Tra le azioni delle guerriglie un episodio emblematico fu quello riguardante le vicissitudini del vicedirettore della fabbrica militare di esplosivi di Villa Maria, il maggiore Argentino del Valle Larrabure (1932-1975), sequestrato da dei membri dell’ERP l’11 agosto 1974 e imprigionato in un “carcere del popolo”. I motivi del rapimento furono le sue conoscenze nell’ambito della fabbricazione di esplosivi e il volerlo scambiare con cinque terroristi all’epoca detenuti. Il maggiore Larrabure si rifiutò di aiutare con le sue conoscenze i militanti dell’ERP, subendo un anno di prigionia e di tortura. Impiccato il 19 agosto 1975, quattro giorni dopo il suo cadavere venne rinvenuto a Rosario. Al momento del suo ritrovamento pesava 40 chili in meno.

Altri esempi eloquenti del clima di violenza e di tensione che regnava allora in Argentina sono gli assassinii degli intellettuali cattolici Carlos Alberto Sacheri (1933-1974), Jordan Bruno Genta (1909-1974) e del membro dell’Azione Cattolica Raul Alberto Amelong (1922-1975). Sacheri venne ucciso nel 1974 da dei membri dell’ERP-22 de Agosto (frazione dell’ERP staccatasi da esso nel 1973) davanti alla sua famiglia mentre stavano uscendo da Messa. Genta  fece una morte analoga a quella di Sacheri la domenica mattina del 27 ottobre 1974, venendo assassinato sempre da dei componenti dell’ERP – 22 de Agosto una volta uscito da una chiesa nella quale si era recato con i suoi familiari. Amelong fu invece ucciso da quattro giovani a colpi di arma da fuoco nel 1975. I montoneros rivendicheranno l’azione. Dal giorno del suo omicidio nove ragazzi rimasero senza padre.

Ad ogni modo, il fattore che dovrebbe maggiormente toccare la sensibilità del pubblico è la presenza di bambini e ragazzini tra le vittime del terrorismo: il piccolo Juan Eduardo Barrios aveva solo tre anni quando nel 1977 la terrorista montonera Marcela Oesterheld, in seguito all’aver assassinato e dato fuoco al poliziotto Herculano Ojeda a Monte Chingolo, sparò una raffica di mitra alla cieca prima di salire sull’auto da cui era scesa, ferendo a morte il piccolo Barrios.

L’1 dicembre del 1974 il capitano Humberto Viola si trovava in macchina con le sue figlie Maria Cristina e Maria Fernanda, rispettivamente di 3 e 5 anni di età. Dei militanti del PRT-ERP aprirono il fuoco contro la sua auto uccidendo istantaneamente la piccola Maria Cristina e ferendo ad un polmone il capitano Viola, il quale venne finito poco dopo da un colpo di arma da fuoco alla testa una volta sceso del veicolo per evitare che le sue bambine potessero venire colpite di nuovo. La sua altra figlia Maria Fernanda sopravvisse nonostante le ferite riportate a causa dell’attentato. Gladys Medina aveva 13 anni quando nel 1975 un incendio divampato di notte nel suo appartamento pose fine alla sua vita e a quella di sua madre Cecilia Palacios de Medina. Le fiamme erano state causate da una bomba esplosa nel parrucchiere situato sotto la loro abitazione e frequentato da Isabel Martìnez de Peròn, l’allora presidentessa dell’Argentina. Maria Guillermina Cabrera Rojo, una bambina di 3 anni, morì a causa della deflagrazione di un ordigno dentro casa sua la notte del 12 marzo 1960. E’ considerata la prima vittima del terrorismo in Argentina.

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Considerato tutto ciò credo sia utile ricordare che se per i crimini commessi dal regime militare vi sono giustamente state indagini e processi culminati in condanne per i responsabili, lo stesso non si può dire per la maggioranza di coloro che commisero omicidi e atti di terrorismo durante la loro lotta per prendere il potere nel paese, lotta che ricorderei ebbe inizio anni prima del colpo di stato del generale Videla. Non varrà inoltre come scusante per la mancanza di processi l’affermare che gli eventuali colpevoli siano ormai coperti dalla prescrizione: se è vero che le vittime del terrorismo furono mietute da movimenti guerriglieri che usavano la lotta armata con lo scopo di prendere il potere non vi è prescrizione per i loro crimini, come stabilito da quella Convenzione di Ginevra del 1949 ratificata anche dall’Argentina.

Ad oggi nel paese esiste un’organizzazione non governativa dedicata all’assistenza alle vittime del terrorismo, la CELTYV (Centro de Estudios Legales sobre el Terrorismo y sus Victimas), che si occupa di dare visibilità a coloro che perirono a causa degli attentati e tenta di far sì che vengano riconosciuti i loro diritti. La direttrice del Centro, l’avvocatessa Victoria Villarruel, è autrice di alcuni saggi sulle guerriglie e sulle loro vittime, quali Los Llaman…”Jovenes Idealistas” e il più recente Los Otros Muertos – Las victimas civiles del terrorismo guerrillero de los 70, scritto in collaborazione con l’avvocato Carlos Manfroni.

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Per concludere credo possa essere utile riportare una considerazione di Jorge Masetti, figlio del guerrigliero argentino Ricardo Masetti (fondatore dell’Ejército Guerrillero del Pueblo, formazione di orientamento guevarista operante in Argentina nel corso del 1964), contenuta nel suo scritto El Furor y el Delirio e che a parer mio può essere applicata a buona parte delle guerriglie d’estrema sinistra dell’America Latina di quegli anni: “Oggi posso affermare che per fortuna non ottenemmo la vittoria, perché se fosse stato così, tenendo in conto sia la nostra formazione che il grado di dipendenza da Cuba, avremmo soffocato il continente in una barbarie generalizzata. Una delle nostre consegne era fare della cordigliera delle Ande la Sierra Maestra dell’America Latina, dove, prima avremmo fucilato i militari, dopo gli oppositori, e dopo ancora i compagni che si fossero opposti al nostro autoritarismo”.

Bibliografia e sitografia:

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