Sappiamo benissimo come il mondo del calcio possa rivelarsi straordinariamente vario e folle, e forse è proprio per questo pizzico di pazzia che noi e altri milioni di persone in tutto il mondo lo amiamo e non aspettiamo altro che arrivi la Domenica per seguire i nostri beniamini sul rettangolo verde.La suddetta follia calcistica può assumere molte forme e manifestarsi in tanti modi diversi, ma quello più pittoresco e umoristico è probabilmente l’ usanza di attribuire nomignoli e soprannomi a quei giocatori in grado di entusiasmarci con le loro giocate e coi loro comportamenti spesso sopra le righe.
La fantasia e la vena poetica di tanti giornalisti e commentatori TV ha reso nel tempo i campi da gioco di tutto il mondo simili a grandi set di kolossal hollywoodiani, dove i calciatori hanno interpretato, e continuano ad interpretare loro malgrado, le parti dei protagonisti per via del modo di correre, piuttosto che per l’ opportunismo sotto porta o anche il modo di relazionarsi coi compagni.
Una delle principali aree da cui l’ ispirazione ha spesso pescato è quello del regno animale, affollando le partite di belve più o meno feroci pronte a scattare per aggredire palloni o avversari. Dall’ “Avvoltoio” (el Buitre) Emilio Butragueño , al “Pitbull” Edgar Davids, passando per “Il Ragno Nero” Lev Yashin e per “la Pulce” Lionel Messi, la zoologia ha accolto tra le sue larghissime braccia tanti campioni indimenticabili e leggendari, esempi di classe purissima come “Il cigno di Utrecht” Marco Van Basten, goliardici mascalzoni, come Paul “Gazza” Gascogne, o felini dall’ aria sorniona come “il Puma” Emerson.
Uscendo da giungle e foreste selvagge ci prepariamo a fare visita a nobili e teste coronate provenienti da ogni parte del mondo, quindi stirate lo smoking e ripassate le buone maniere! Il primo della lista è senz’ altro “O Rei” Pelè, che condivide il trono con altri campioni dal sangue blu come “L’ Imperatore” Adriano e “L’ Ottavo re di Roma” Paulo Roberto Falcao, in coabitazione con Francesco Totti, alla Romolo e Tito Tazio. I reali del calcio però sono ancora tanti: come non citare “Le Roi” Michel Platini, “Il re dell’ Est” Andrij Ševčenko, o sua maestà “Lo Zar” Pietro Vierchowod? Chiudiamo il mondo nobiliare con “El Principe” Diego Milito e i “Baroni” Niels Liedholm e Franco Causio, per passare ad un più variegato e meno composto mondo in cui si affollano personaggi di ogni genere. Qui, i nomignoli più o meno lusinghieri, sono la miglior espressione di quella follia buona e pulita che tanto ci fa appassionare al calcio giocato: spaziamo da “Psycho” Stuart Pierce, al “Colonnello” Ferenc Puskas, senza dimenticare “Il Pirata” Yepes e il suo collega “Long John” Giorgio Chinaglia o icone popolari come “The Beatle” George Best, lo “Spice Boy” David Beckham, o “L’ uomo ragno” Walter Zenga.
Al di la di ogni soprannome, che sia meritato o caricaturale, ognuno di questi campioni ha lasciato un segno indelebile nella storia del calcio, questo sport che ci appassiona e ci attira a sé anche per quel pizzico di follia buona che tanto ci piace.
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