Dopo la presentazione a Barcellona si avviano alla commercializzazione i grandi protagonisti, analizziamo il più interessante. L’S6.
Perché è il più interessante? Perché segna la svolta di Samsung per il suo Top di gamma. Dopo aver provato ad introdurre lentamente materiali come l’alluminio sui suoi terminali, iniziando con il Galaxy Alpha (sovraprezzato, e per questo “quasi-fantasma” nel mercato) e poi ancor più di recente sul Note 4 e la linea A, porta questi cambiamenti anche sull’S6.
Abbandono della tanto vituperata plastica e passaggio ad alluminio per i bordi, che ricordano un po’ quelli di iPhone. Addio al design cerottato del posteriore, per un disegno morbido e allo stesso tempo affilato, grazie all’uso del vetro per la back cover e della fotocamera sporgente. Contribuisce alla pulizia delle linee del posteriore anche la scomparsa dello speaker, che passa sul bordo inferiore dello smartphone, finalmente.
Spazio, oltre ai materiali nobili, anche ad una nuova versione, l’Edge, che presenta uno schermo con doppia curvatura ai lati. Quest’ultima novità poteva certamente essere sfruttata meglio da Samsung, ad esempio come sul Note Edge, che si limita invece a 2 o 3 funzioni che utilizzano questa innovazione. Bruttino invece il sensore per i battiti cardiaci, integrato insieme al Flash singolo della fotocamera.
Se dal punto di vista estetico i passi avanti sono stati sostanziali, lo stesso non si può dire per alcune feature presenti su S5 ma eliminate su S6, come, ad esempio, l’impermeabilità e la memoria espandibile.
L’impermeabilità probabilmente verrà riportata in gamma attraverso una versione Active (come accadde per S4). Gamma che quindi sarà più frammentata che mai, essendo quasi sicura la versione Mini, e che conterà quindi 4 dispositivi della famiglia S6 (Flat, Edge, Active e Mini).
Si può dire che Samsung ha tratto ispirazione da Apple, purtroppo, per quanto riguarda l’assenza della memoria espandibile, andando quindi a creare smartphone con 32 o 64 Gb di memoria integrata.
Altra novità è l’abbandono della piattaforma Qualcomm in favore di quella Exynos, di proprietà Samsung, per il processore. Abbiamo un Exynos 7420 con un Quad-core 1.5 GHz Cortex-A53 più un Quad-core 2.1 GHz Cortex-A57 corredato da 3 GB di RAM. L’Exynos 7420 è quindi un octa-core che sfrutta il processo di produzione a 14 nanometri 3D FinFET, che permette un minor consumo energetico del chip stesso. Lo schermo è una unità Super Amoled da 5,1″ con risoluzione QHD.
Le novità introdotte giustificano o almeno danno un senso ad un prezzo più alto del solito, da 739€ per il Flat da 32 Gb fino ai 999€ della versione Edge 64GB. Quasi sicuramente però i prezzi online subiranno un rapido calo, come è accaduto per i modelli precedenti.
L’S6 quindi spazza via il passato e cerca di recuperare il terreno perso con l’S5, soprattutto a causa del design e della pesantezza della Touchwiz, adesso migliorata proprio per il lancio di S6. Ma rispetto ad S5 trova concorrenti meno agguerriti, complici gli errori fatti da HTC con l’M9 e da Qualcomm con il suo Snapdragon 810, che sembrerebbe avere non pochi problemi, e l’assenza del G4 di LG che sarà lanciato prossimamente.
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