È arrivata su History Channel la miniserie-evento che ripercorre la lotta per la libertà di un gruppo di giovani uomini che hanno cambiato il corso della storia. Sam Adams e suo cugino John, Paul Revere, John Hancock e Joseph Warren: gli eroi che hanno reso l’America una nazione.
Gli episodi sono andati in onda negli Stati Uniti a gennaio di quest’anno, mentre in Italia la è andato in onda il 3, il 10 e 17 marzo. La serie è stata girata in Romania, mentre il tema musicale è stato composto da Hans Zimmer.
La miniserie è ambientata a Boston, nel Massachusetts, e ripercorre le fasi iniziali della Guerra di indipendenza americana, con i primi moti rivoluzionari ed i negoziati del Secondo congresso continentale, che porteranno alla Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America nel 1776.
Sons of Liberty prende il nome da una omonima società segreta, esistita attorno al 1770. Il principale obiettivo di questa società era quello di fomentare la rivoluzione contro la madrepatria a causa dell’imposizione di numerosi dazi sulle colonie d’oltremare; tra tutti, i dazi sullo zucchero (Sugar Act), la tassa sui fogli stampati (Stamp Act), e quella sul Tè (Tea Act). I Sons of Liberty si resero protagonisti di numerosi atti vandalici contro gli abusi del governo britannico. Il più celebre rimane infatti quello del Boston Tea Party, la scintilla della Rivoluzione americana: Sam Adams, insieme a un gruppo di patrioti americani, travestiti da pellerossa, assalgono una nave britannica ancorata nel porto di Boston e gettano a mare il suo prezioso carico di tè.
Una miniserie certo importante che ci aiuta a comprendere il significato della Rivoluzione Americana. Hannah Arendt ha spesso sottolineato come nelle rivoluzioni sia la liberazione il momento più esaltante, attraverso un atto simbolico con cui il popolo rompe i propri legami con l’oppressione (il Boston Tea Party certamente), ma, ci ricorda, il fine ultimo delle rivoluzioni è l’instaurazione della libertà. E la libertà può essere instaurata solo attraverso la costituzione di ordine politico capace di rendere liberi. La rivoluzione americana è certamente riuscita in questo e, infatti, la sua Costituzione ne rappresenta il punto più alto: naturale conclusione della rivoluzione eppure, a sua volta, inizio di un nuovo Stato, gli Stati Uniti d’America, e inizio del costituzionalismo moderno.
Eppure, sempre secondo la Arendt, questa rivoluzione così pienamente riuscita, produttrice di una carta fondamentale capace di garantire a tutti i cittadini diritti civili e libertà, non esercitò, purtroppo, una grande influenza sul periodo storico successivo, a differenza di un’altra grande rivoluzione del ‘700: quella francese.
P.S. La bandiera dei Sons of Liberty era composta da sette strisce rosse e sei bianche.
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