Dopo uno scambio di mail con la gentile Tatiana dell’ufficio stampa, entro finalmente in contatto con Franco Trentalance.
Invidiabile attore porno dalla lunga e brillante carriera, 18 anni per un totale di oltre 440 film! Franco, sembrerà strano ai più maliziosi, ha attirato la mia attenzione anche per altre sue doti, meno visibili. Ascoltando alcune sue interviste nel web mi ha colpita la sua perspicacia. Parla di porno, la sua «più grande passione», con una pacatezza e sincerità rare, evitando di cadere nel sensazionalismo o nel gossip. Franco ha all’attivo anche altre esperienza lavorative, oltre alla tv, alcune web serie, programmi radio e libri… è già arrivato al secondo! Dopo l’autobiografico Trattare con cura, è uscito da poco il suo primo romanzo Tre giorni di buio.
Sono le 11 di mattina e mi trovo all’università. Cerco un angolo dove i disturbi esterni siano i minori possibili e lo chiamo. Lui è in macchina ed è lieto di proseguire parte del suo viaggio in mia compagnia.
«Ti faccio i complimenti, ho visto il tuo blog ed è fatto bene. Si parla di cultura, informazione… mi è piaciuto! Il web è una giungla ma puoi provare a farti conoscere».
Un elogio inaspettato, con mia grande sorpresa!
Come è avvenuto l’avvicinamento con la letteratura, è stato un bisogno, un impulso?
«Di bisogni come sai nella mia vita ne ho avuto solo uno, che è quello che conosci molto bene (ride compiaciuto)! Tutto nasce dalla curiosità, la voglia di mettermi alla prova e di misurarmi con una nuova realtà. È stata una fatica! A me sarebbe piaciuto scrivere in un posto isolato, immerso nella natura, ma poi mi sono ritrovato a farlo sul treno, negli hotel… quindi tutto tranne Trentalance tra le colline, nella baita!
Tre giorni di buio è stato scritto a quattro mani, assieme a Gianluca Versace. Come vi siete suddivisi il lavoro?
«Lo scheletro del romanzo lo abbiamo messo giù assieme, ci siamo visti tante volte. Abbiamo suddiviso i capitoli e infine, ed è stato il lavoro più impegnativo, omologato gli stili. Lui più descrittivo io più sintetico, abbiamo fatto un medley».
Il libro è un thriller impregnato di ossessioni e oscurità. Qualcosa che ricerchi nel tuo lavoro e nella tua quotidianità?
«Sono una persona ottimista e solare, collaboro spesso con i mental coach. Qui torniamo al discorso di prima, sono curioso. Il lato cattivo, potenzialmente presente nelle persone, il labile confine tra bene e male… ecco quella cosa. Mi è piaciuto fare una full immersion, parlando con dei criminologi per esempio. Poi ci sono parti, molto introspettive, che approfondiscono le personalità dei personaggi. E ovviamente un po’ di porno!»
Sto per porre un’altra domanda quando “l’indomabile” Franco mi interrompe.
«Vorrei farti una domanda sei sperimentatrice sessualmente o più classica?»
Sperimentatrice, sai che noia altrimenti! (Sento di aver riscosso la sua approvazione).
Cosa ne pensi del fatto che le donne guardino video hardcore, un prodotto fatto da uomini per uomini?
«La differenza fondamentale è che l’uomo davanti ai video al 99% si masturba. La donna non sempre, il più delle volte guarda i film porno come un “aggiornamento tecnico”, della serie “vediamo come fanno sesso le pornostar, posso imparare qualcosa”. Dal deepthroat, all’anal, allo squirting… una sorta di tutorial. E inoltre, voi che siete sempre competitive, pensate “vediamo cosa combinano queste zoccole qui, se sono capace anch’io”. (Risate inevitabili di entrambi).
Il porno per donne?
«È un un misto tre le scene erotiche classiche e quelle porno. Se a uno piace… ma personalmente preferisco il porno! Sento dire “il porno dovrebbe essere così, dovrebbe essere meno… Perché non fate che lei si spoglia piano piano?”. Il porno non ha funzioni educative: la sola funzione è rappresentare una performance, così come guardi Federer che gioca a tennis. Sono professionisti del porno e la performance è di alto livello. Tutto nel porno deve essere in relazione al sesso esplicito, se non lo è non è porno. Il porno è tutto e subito!»
Controindicazioni ce ne sono, per esempio dipendenza o ansia da prestazione?
«Secondo me ci sono due aspetti, uno positivo e uno negativo. Positivo, tocco un argomento serio qui, ci sono tanti uomini che non trombano mai. Che la patata la vedono col binocolo, se non pagando! Il porno quindi è un sollievo. Come un documentario sui posti più belli del mondo, puoi sempre dire “non ci sono stato ma l’ho visto, mi sono informato, documentato”. L’uomo così si sfoga! Quando ha eiaculato si calma. Se uno ha degli istinti e vorrebbe violentare una donna, beh forse se si fa una manovella al giorno, magari evita!»
Qui hai proprio ragione, più che una battuta quest’ultima considerazione è una sacrosanta verità!
«I rischi secondo me sono per i più giovani. Se un ragazzo 15, 16 anni si guarda porno massicciamente trovando ogni sua fantasia realizzata, poi quando incontra una donna reale non è detto che sia così. “Cavolo sono uscito con Sara e non ha fatto questo e questo. Io invece vedo che le donne lo fanno sempre nei video”. Una donna non è detto che faccia esattamente tutto quello che vuoi, come non lo fa un uomo. Allora se poi si preferiscono i video, qui possono esserci complicazioni.»
Come vedi il porno del futuro? A me sembra che si voglia sempre di più, a causa di un’assuefazione dalle immagini, sempre alla ricerca di qualcosa di più estremo. Si raggiungerà un limite o si andrà verso un hardcore sempre più hard?
«Secondo me è come la cucina. Negli ultimi anni si fanno molte sperimentazioni e varianti, però alla fine cosa fai? Si tratta sempre di carne, pesce, verdure… Il porno è uguale, raggiungerà ancora qualche picco più estremo, ma poi si tratta sempre di corpi umani che fanno sesso. Ci sono delle deviazioni un po’ forti: una serie dove ci sono degli uomini molto grassi che si fanno fare del sesso orale dalle attrici, magari non gli tira, allora le insultano, ridono. Oppure il marito non soddisfa la moglie allora lei lo mette in un angolo e costringe il marito a guardare mentre lei si fa trombare da un vero uomo. O quella serie Mom look at me I’m a toilette woman dove si fanno pisciare in bocca… però è terribile quel “mamma”. Ecco queste derive non le trovo entusiasmanti».
Credo sia insito nell’uomo. Ora, per esempio, sto leggendo Apollinaire Le undicimila verghe, o de Sade, dove ci sono scritte cose veramente estreme, alcune delle quali non si vedono nemmeno nei porno di adesso.
«Un conto è che uno le guarda con il sorriso, un altro se ci si eccita. Io a inizio carriera non avevo molta scelta e ho dovuto fare alcuni film dove si fingeva che io facessi sesso con mia sorella o mia cugina. O violentassi una per la strada. Ecco l’idea che qualcuno si eccitasse immaginando che lo facessi davvero non mi piaceva per niente. E non ho più voluto farli. Ora sono bravo! Non mi piace dare spunti per cose strane, c’è un sesso più sano che preferisco, rispetto a quello più deviato».
Vuoi aggiungere qualcosa?
«Colgo occasione, e ti ringrazio, per dire che su Facebook l’unica pagina ufficiale è Franco Trentalance – Quello Vero. Ho trovato in passato decine e decine di fake. Sono diventato amico della polizia postale!».
Sarà fatto, hai già il mio like! Diffonderò quello autentico!
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