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Regia: David Constantin
Sceneggiatura: David Constantin e Sabrina Compeyron
Anno: 2015
Durata: 88’
Nazione: Mauritius, Francia
Fotografia: Sabine Lancelin
Montaggio: Morgane Spacagna
Musica: Subhash DHUNOOHCHAND
Interpreti: Danny Bhowaneedin, Raj Bumma, Nalini Aubeeluck
TRAMA
Una fabbrica di lavorazione della canna da zucchero dove hanno lavorato generazioni e generazioni di mauriziani chiude i battenti e al posto delle piantagioni sorge un cantiere per la costruzione di ville di lusso.
RECENSIONE
I bellissimi paesaggi mauriziani fanno da sfondo a una situazione critica che sembra non riuscire ad arrestarsi. Marco, Rosario e il non più giovane Bissoon, protagonisti del film, devono assistere impotenti alla distruzione della loro fabbrica per lasciare il posto alla costruzione di moderne case di lusso. Un problema che lascia indifferenti le diverse società del mondo, dove ognuno guarda ai propri interessi, ma non lascia indifferente quella mauriziana: un popolo legato fortemente al culto del passato e alle tradizioni, dove ogni singolo gesto quotidiano diventa ricco di significato simbolico.
Le terre mauriziane sono fotografate in maniera potente e mai banale da Sabine Lancelin, ogni singola inquadratura fa entrare in ambienti familiari e bucolici, dove pare di avvertire il profumo del tè appena versato e la dolcezza dello zucchero appena spremuto dalle canne.
David Constantin con Lonbraz Kann, ha voluto dar voce alla sua comunità in modo originale e sentito. I volti inquadrati dalla macchina da presa fanno quasi pensare a una serie di ritratti, visi che hanno vissuto ogni singolo attimo di libertà, prima che questa venisse loro sottratta. Fanno da contrappunto le evocative musiche originali di Subhash Dhunoohchand.
Un film nato per riflettere sulle persone, e soprattutto per farle riflettere sugli aspetti negativi che può avere la globalizzazione in tanti Paesi. Una traccia importante di una realtà troppo poco conosciuta all’“ombra delle canne” da zucchero del titolo originale.
Voto: 8-
Francesco Foschini
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