Cristo si è fermato a Eboli
Che idea avete del calcio? Ricordate, forse, le partite trasmesse in tv? Quei prati all'inglese rasati al millimetro falcati dai calciatori che, col loro fisico, fanno innamorare generazioni di ragazzine e fanno finire anche i bronzi di Riace dallo psicologo? Non c'entrano niente col calcio amatoriale calabrese. L'unica somiglianza sta nei nomi delle squadre. Ogni categoria, dalla Lega Dilettanti ai tornei intercondominiali presenta almeno tredici Real, sedici Manchester e qualche Inter. A ciò si aggiungono tante squadre con nomi desunti dalla classicità latina o greca; perciò, per chi non conosce la materia, leggere il calendario di uno a caso di questi campionati, produce la sensazione di essere catapultati in un continuo All-star Game della Storia, in cui le varie civiltà sembrano confrontarsi per un predominio eterno e scolpito nel marmo. Ma la realtà? Qual è? In questa rubrica cercheremo di scandagliare il composito universo d' “u pallune”, dal calcetto amatoriale del Giovedì Sera in città alle squadre dei paesini, vedremo i tornei parrocchiali, esploreremo il subconscio dei calciatori e riesumeremo le scene tipiche, le formule, gli eroi e gli antieroi; cercheremo, insomma, di svelare il poema epico che ruota attorno ad una palla che rotola. Questo perchè, in fondo, il calcio è l'ultimo fatto sociale della nostra epoca, l'ultimo grande evento che tiene assieme le persone.
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