Poverino, Michele Serra, lui e il suo umanesimo superficialotto, il suo perbenismo imborghesito. Tra uno sbadiglio e un vezzo pseudo letterario, dalla sua rubrica su Repubblica ha lanciato ieri un appello in difesa degli allevatori e contro il “fanatismo” degli animalisti vegani. (Un click sull’immagine per ingrandirla).
I produttori di latte hanno manifestato venerdì portando i “loro” animali nelle maggiori piazze italiane dentro stalle improvvisate (a Venezia addirittura su una chiatta galleggiante) all’insegna di una “maximungitura”. Ovviamente sono intervenuti in loro sostegno autorità nazionali, provinciali e comunali di ogni partito. E altrettanto ovviamente gli attivisti antispecisti, dove possibile, hanno organizzato una tenace contromanifestazione.
Serra pone il problema del consumo di latte e derivati come una scelta individuale. La vera imposizione, secondo lui, non è rinchiudere decine di milioni di esseri senzienti in gabbie metalliche, ogni anno fecondarle artificialmente (uno stupro), strappare alle madri i loro nati perché non possano bere il latte che loro spetta, che viene invece imbottigliato e venduto nei supermercati (i vitelli sono spediti al macello e le mucche pure, una volta terminata la loro “carriera” ed esaurite le forze). Per lui la vera imposizione è chiedere la fine di questo scempio a chi vegano e animalista ancora non è, e il fatto che il 90% degli italiani faccia abitualmente uso di latte e prodotti affini gli sembra sufficiente a rendere il problema “tecnico, non ideologico”, mentre è evidente che è molto ideologico. E questa ideologia (studiata approfonditamente da intellettuali di tutti i paesi e le discipline da almeno quarant’anni) si chiama specismo: è una ideologia pregiudiziale che legittima la prigionia, lo sfruttamento e lo sterminio perpetuato degli animali discriminandoli dagli umani sulla base dell’appartenenza di specie. È un’ideologia antropocentrica radicata al sessismo, al razzismo e in generale alla cultura del dominio che nasce con la “domesticazione” (schiavitù) degli animali non umani diecimila anni fa e continua ancora oggi la sua fortuna. È un’ideologia per cui da diecimila anni proseguiamo con la coscienza pulita a castrare o ad uccidere tutti i maschi della specie bovina, salvo quei pochissimi indispensabili a generare nuovi prigionieri e prigioniere, dei cui corpi e del cui latte ci siamo resi i sedicenti padroni. Indubbiamente, come dice Serra, l’uomo è la più aggressiva delle bestie.
Poverino, Michele Serra: evidentemente non ha capito qualcosa di veramente importante che invece la “ragazza vegana incazzata” – che probabilmente è una studentessa cazzuta, un’impiegata o un’operaia che uscita dal lavoro conserva ancora lo spirito e le energie per scendere in piazza a gridare rabbia contro le ingiustizie e le storture di questo mondo – ha capito eccome.
Poverino Michele Serra, ma mica tanto, perché sdraiato comodamente sulla sua amaca, come gli adolescenti debosciati del suo ultimo romanzo Gli Sdraiati, nella sua strafottente nonchalance rinuncia alla lotta e si rende colluso con un sistema di sfruttamento e repressione che da millenni affligge umani e animali insieme.
Forse su certe questioni sanguinose varrebbe la pena di riflettere un tantinello di più, Michele Serra, perché altrimenti, non solo Coldiretti e i grandi marchi dell’industria casearia, ma assassino diventi pure tu.
sono perfettamente d’accordo, anch’io ho commentato contestando la posizione di Serra e difendendo l’urlo di disperazione della ragazza contro una massa inerte che non conosce la realtà dei fatti o che peggio la conosce e decide di fare finta di niente….Il suo urlo era anche il mio.
Michele è la classica persona adagiata nel benessere dell’ignoranza culturalmente bloccata, mi dispiace che Michele Serra non si accorga che il futuro per salvare il salvabile di quel che resta sulla terra è insegnare un nuovo modo di nutrimento per l’uomo frugivoro, e togliere tutta la violenza che sta negli allevamenti.
Personalmente mangio carne, ma capisco il senso dell’articolo e capisco le critiche a Serra, mediocrissimo intellettuale che scrive quasi sempre cose molto banali che tanto piacciono ai radical chic.
Non mi sento un assassino sinceramente, ma capisco perfettamente chi mi dice che i miei consumi (alimentari ma non solo) non sono un fatto privato, ma un fatto pubblico, ergo politico.
La critica a Serra è fin troppo facile eh, è come sparare sulla croce rossa
Concordo che è come sparare sulla croce rossa! Mi fa molto piacere che anche tu riconosca la natura politica del problema
Il buon Maurizio scrive: «Michele è la classica persona adagiata nel benessere dell’ignoranza culturalmente bloccata». Perchè il vegano/animalista medio invece cos’è? Non è per caso anche lui un bamboccione privilegiato che può permettersi tale stile di vita anche grazie alla tanto vituperata società del benessere, che gli permette di scegliere cosa mettere in bocca? Non è certo con articoli come questo, intrisi di terrorismo verbale e castronerie antiscientifiche, che fate un favore alla causa vegana/animalista.
Io mangio vegano e come studente universitario mantenuto dai genitori mi considero un bamboccione privilegiato. Non mi pare di aver detto delle castronerie antiscientifiche e benvenga il terrorismo verbale in difesa dei deboli e degli oppressi. Prima della modernità solo quei pochi che potevano permetterselo mangiavano regolarmente carne e ne facevano motivo di vanto e distinzione rispetto alle classi inferiori. Non sono i vegani insomma che se possono mangiare quello che vogliono, devono ringraziare la cosiddetta società del benessere (il benessere di chi poi? cit. )
«Non mi pare di aver detto delle castronerie antiscientifiche e benvenga il terrorismo verbale in difesa dei deboli e degli oppressi» Permettimi di dire che con questo modo di ragionare voi veg-animal-talebani rimarrete sempre quel che siete, ovvero una minoranza strillona e caciarona ma pur sempre una minoranza. Ed al pari di tutti i gruppi di persone che vivono perennemente in minoranza (vedi ad esempio i tifosi della Lazio a Roma, per fare un esempio scemo e terra-terra), siete scandalosamente permalosi e vi incazzate per un nonnulla; persino per battutine sarcastiche e satiriche che non hanno certo l’intenzione di ferire ed insultare. Poi mi parli di bei tempi di una volta; ma ti ricordo che in tempi di guerra (come ricordava anche il tanto vituperato Beppe Bigazzi, che solo per questo fatto è stato vergognosamente allontanato dalla RAI) la gente si mangiava anche cani e gatti, per l’estrema fame e bisogno di proteine nobili di origine animale. La gente un secolo fa col cavolo (è proprio il caso di dirlo…) che era vegana, ti piaccia o no questo fatto. Ciao e buon seitan, uhuhuhuhuh!
Sia pure, ma chissene importa di cosa mangiavano cento anni fa? Oggi posso mangiare vegano e lo faccio volentieri (si poteva farlo anche ieri, ma se proprio non me lo vuoi concedere pazienza). Solidarietà al povero Bigazzi, specista epurato da altri specisti per salvaguardare la loro ipocrisia.
Mi parli di specismo e di antispecismo? Benissimo, allora ti consiglio una bella lettura, dove potrai osservare un punto di vista un po’ più scientifico rispetto alle vostre stravaganti teorie.
Caro paperone, se siamo a questi livelli (gli animali sono stupidi, non capiscono quello che gli succede attorno, non soffrono come noi…) ti posso raccomandare, oltre ad una secchiata di acqua fredda in testa, qualche classicone della lettura antispecista tipo “Liberazione Animale” di Peter Singer o “Gabbie vuote” di Tom Regan, L’uso sprezzante di immagini violente che si fa in quel blog è orripilante (e ingiustificato) e già il titolo “gente dalle palle quadre” puzza di machismo fascista a miglia di distanza.
Allora, se non ti sta bene quel che afferma l’amico Fabrizio “Pallequadre” Leone (che nonostante usi spesso toni e termini un po’ troppo crudi, sugli eccessi veg-animalardi ha ragione da vendere il più delle volte); ti poss consigliare altre pagine e link con toni meno esasperati rispetto a quelli usati da GcPQ (anche se sono pronto a scommettere che anche questi li giudicherai “servi di PigPharma” oppure “sadici torturatori di animali pucciosi ed indifesi”, ecc.): La ricercatrice Ambra Giulia Marelli, il blog contenuto all’interno della rubrica scientifica de “L’Espresso” dal Chimico-Divulgatore (nonchè professore all’Università dell’Insubria di Como) Dario Bressanini e la pagina FB dell’ottimo DeBunker Ninth aka BufaleUnTantoAlChilo.
Posto che non sono sempre d’accordo con Serra, mi domando sempre perché alla fine il tutto si riduca ad un attacco alla persona, piuttosto che al concetto espresso.
Che senso ha tirare il ballo un libro che ha scritto Serra senza alcuna attinenza con il discorso che si sta affrontando?
Il problema non è la ragazza (poteva essere un vecchio, non fa differenza), ma il metodo.
Faccio un discorso generico che vale per ogni situazione.
Cosa può mai cambiare una piccola minoranza che sbraita da un megafono, di fronte al comportamento di una grande maggioranza?
Agli occhi della grande maggioranza chi sbraita al megafono appare inevitabilmente come un invasato, mentre per la minoranza si tratta di un gesto coraggioso, quasi eroico.
Questo tipo di azione in se non produce un cambiamento nell’opinione della maggioranza.
Se l’idea del movimento di minoranza è di far crescere il consenso rispetto alle proprie idee, non è forse più efficace informare, piuttosto di aggredire verbalmente la maggioranza? (perchè gridare assassini con un megafono è di fatto un’aggressione)
Ottenuto il consenso necessario l’ideale potrà essere raggiunto tramite il processo democratico.
Se invece si ritiene che il sistema democratico sia corrotto e che non sia possibile procedere per questa via, se l’ingiustizia è così importante come asserisce e dev’essere fermata al più presto, allora la minoranza deve per forza ricorrere alla violenza per imporsi (e di conseguenza aspettarsi una risposta violenta).
Se non si è disposti alla lotta e alle possibili conseguenze allora sono solo chiacchere da social network e la causa non vale poi tanto.
Per abolire la schiavitù della gente di colore ci sono volute delle guerre sanguinose, mentre se si parla di rivoluzione “non violenta”, io Gandhi che sbraita con un megafono contro gli inglesi non ce lo vedo.
Interessante riflessione, credo che alla fine (se mai si arriverà alla fine dell’Olocausto animale) sarà necessario fare ricorso anche alla violenza, per fermare chi ha un forte interesse nello sfruttamento e nell’assassinio dei non umani. Urlare al megafono ha il valore di una testimonianza, gli animalisti fanno anche tanti tavoli e manifestazioni informative
Potete fare tutti i tavoli e le manifestazioni informative che volete, ma se voi animalardi continuate a sbraitare espressioni insulse tipo «olocausto animale» non guadagnerete certo in credibilità presso la gente comune. Magnateve il vostro seitan ed il vostro tofu e non rompete le palle a chi non condivide la vostra “scelta di vita”. Namastè amico hooli(ve)gano!
Se ti offende l’espressione “olocausto animale”, per comprenderla meglio ti consiglio “Un’eterna Treblinka”, di Charles Patterson, storico della Shoah e antispecista. E’ uscita di recente la seconda edizione in Italia…
Caro amico, tutte le rivoluzioni sono partite da”infime minoranze”, una su tutte la liberazione e l emancipazione femminile che iniziò quando poche ragazze coraggiose si riunirono e iniziarono ad urlare al mondo la loro frustrazione!le chiamarono”suffragette”, oggi sono le donne indipendenti del pianeta. La ragazza che urlava al megafono è la suffragetta degli animali .il povero Michele non c è arrivato. 1,10.1000.milioni di suffragette il difesa delle vittime Dell’uomo!!!!!
Mi scusi, ma paragonare questo gesto (e parlo del gesto attenzione, non è una critica alla persona o all’ideale) ad un movimento come quello delle suffragette è un insulto al coraggio e al sacrificio di molte persone.
Parliamo di lotte che sono durante più di cinquant’anni, cinquant’anni di organizzazione in circoli, di alfabetizzazione di donne, di informazione, di lotte violente.
Parliamo di tempi in cui se manifestavi per per i tuoi diritti (non solo il voto per le donne) lo facevi consapevole di poter essere arrestato, picchiato e anche ucciso.
E nonostante tutte queste lotte (di una minoranza all’epoca), alla fine il suffragio universale si è raggiunto solo a seguito dell’aumento del numero di donne alfabetizzate e inserite in posti di lavoro una volta riservati solo agli uomini.
Ribadisco, se lo scopo è informare, questo metodo è sbagliato, se invece si tratta di lotta, questo tipo di tentativo è insufficiente e tende a ridicolizzare l’intero movimento.
E’ oltremodo inutile riempire di commenti indispettiti il trafiletto giornaliero di un giornalista che di sicuro non perde il suo tempo a leggerli (aggiungo che riempire di commenti l’articolo postato da un giornale lo aiuta ad aumentare il suo traffico online e pertanto gli fate solo un piacere)
Un movimento che si muove per un ideale dovrebbe puntare a dei risultati, non a compiacere chi già crede negli stessi ideali ed a pubblicare belle foto su fb.
Un barlume di buonsenso in mezzo alle tante utopie vegane, a firma del buon Mikhail Sironi: «”noi non siamo onnivori” ??!!??
Le favole stanno a zero.
Togliti le tue comodità (frigo trasporti etc) nate grazie a un cervello che si è evoluto solo grazie ad una dieta onnivora .
VIVI DAVVERO LA NATURA.
Dopo 3 giorni in cui riesci a raccogliere 3 semi in croce vediamo se non mangi quei “cadaveri”.
Perchè è facile dire “noi non siamo onnivori” quando hai a disposizione tonnellate di cibo fresco ogni giorno.
Raccolto da altre persone, ovviamente.
Impiega le 6 ore in cui fai sport a lavorare la terra o a raccogliere semi, poi ne riparliamo: in 6 ore bene che vada raccogli una ventina di bacche e ari 10mt q di campo, e non mangi.
In 6 ore di caccia porti a casa minimo 50 kg di carne.
Vuoi scommettere chi tra un onnivoro e un vegano è ancora vivo dopo 3 settimane???
Questo detto, l’homo sapiens sapiens disegnava scene di caccia nelle grotte per hobby, in realtà mangiava latte di soia e mele prese nel supermercatino d’elitè bio-chic.
La Scienza lo afferma e i fatti lo dimostrano:
Homo Sapiens, cacciatore, raccoglitore e onnivoro?
Sopravissuto (noi)
Parantropo, strettamente vegetariano? Estinto.
FINE DEL DISCORSO.
Poi c’è chi crede a scie kimike, vaccini killer e alle sirene, e non spreco tempo per quel tipo di persona, ma ricordati:
Tu sei qui perchè il tuo antenato ha saputo adattarsi e a diversificare la sua dieta:
se ti fissi nel rifiutare di mangiare di tutto un pò di cui la natura è composta (carne pesce frutta e verdura), se ti chiudi in queste teorie che hanno a vedere tutto con il settarismo e niente con la Scienza fai solamente del male a te stessa.”». Il “nostro” amico dice esattamente quello che vado dicendo da mesi, i vegani dovrebbero vivere per un po’ di tempo lontano dagli agi e dai lussi del mondo occidentale/capitalista, in piena simbiosi con Madre Natura. Facile vivere veg in una metropoli con il seitan burger comodamente a disposizione nel banco-frigo del Supermercato ed i fastfood Universo Vegano, provate invece a coltivare un orto in campagna. Tempo una settimana e già starete a piangere come bambini al primo giorno di scuola lontano dalla mamma, mi ci gioco una mano come Muzio Scevola.
Mi sembri un po’ troll a commentare con questa ostinazione l’articolo su Serra… Ma se i tuoi antenati per sopravvivere si fossero dati al cannibalismo, lo approveresti? Sosterresti che dovremmo andare avanti per sempre a mangiarci a vicenda?